A SandĂ©a, localitĂ sperduta del PerĂ¹ oltre la catena delle Ande, tra cupe foreste, piogge torrenziali, splendori d’orchidee, il giovane medico Fred Madrigale esercita la sua professione. Ha voluto fuggire l’ipocrisia, i falsi sorrisi e l’efficiente organizzazione di un ospedale elvetico per essere medico in una terra povera e pericolosa. Abbandonando il teatro dell’ipocrisia civile, Madrigale penetra perĂ² a poco a poco nel buio di un’altra e piĂ¹ pericolosa scena teatrale, dove occorre sempre guardarsi le spalle e muoversi con cautela tra le rivalitĂ politiche, gl’intrighi, la declamazione retorica e la corruzione, l’aviditĂ , la miseria, l’alcolismo, la violenza. Sullo sfondo di una natura primitiva emergono, con aperta crudezza, bagliori di umanitĂ e frammenti d’amore, tenebre di depravazione, crudeltĂ e ferocia. In una terra dove le passioni erompono con primordiale violenza, risuona piĂ¹ vera che mai la desolata sentenza di Sofocle: «Molte sono le cose terribili, ma nulla è piĂ¹ terribile dell’uomo». Dalla patologia dei corpi, dunque, a quella delle anime: lo sguardo indagatore del medico-scrittore e la sua narrazione letteraria illuminano sinistramente la natura dell’ «animale folle», e spingono la comprensione dell’umano a quelle soglie che solo la buona letteratura sa varcare.
Franco Zambelloni
