Chi segue la traccia della Via Alta Vallemaggia – che corre sui crinali, che attraversa i circhi glaciali delle valli laterali, che serpeggia tra i massi delle frane – cammina in un mondo selvaggio e silenzioso, accompagnato solo dal fruscio del vento e dal mormorio dell’acqua. È un paesaggio impervio dove in alto domina la pietra sulla quale attecchisce a malapena il verde di una vegetazione pioniera. Più in basso i versanti si coprono sempre più di un verde intenso, di boschi rigogliosi in continua espansione, tanto da cancellare le radure, da ostacolare passaggi e da soffocare gli spazi umanizzati. È il trionfo della natura spontanea che si apre allo sguardo degli escursionisti durante la loro presenza fugace. Camminare su un sentiero ti rende libero, libero di decidere, di fare delle scelte senza vincoli e condizionamenti, che non siano quelli delle tue capacità, della tua curiosità, delle tue passioni. Libero, soprattutto nella mente, che può dialogare con il ritmo dei passi e sbizzarrirsi nel tracciare intricati percorsi della fantasia. La montagna assaporata con lentezza diventa dimensione del silenzio, luogo di contemplazione, di viaggio interiore, ma è anche uno spazio di vita senza confini.